FERRARI DINO 206 SP
GIACOMO E NORA
FERRARI BREADVAN
La Ferrari 250 GT Drogo, anche conosciuta come Ferrari Breadvan, è una autovettura gran turismo coupé del 1962, realizzata per le competizioni dalla Carrozzeria Sports Cars di Piero Drogo, su autotelaio Ferrari 250 GT passo corto.
Fu costruita per competere contro la Ferrari 250 GTO nella 24 Ore di Le Mans, ed in altre competizioni del Campionato del Mondo Sport Prototipi organizzato dalla FIA. Debuttò nel 1962 alla 1000 km del Nürburgring
Il telaio è in lega leggera, proveniente da una Ferrari 250 passo corto del 1961, così come il motore V12 da 3 litri di cilindrata e il cambio a quattro rapporti.
Nel 1962 il conte Giovanni Volpi, proprietario della Scuderia Serenissima, ingaggiò Bizzarrini per modificare una Ferrari 250 di serie e trasformarla in una GTO. La Ferrari, contraria all’iniziativa, si rifiutò di cedere un proprio modello per questo scopo, costringendo Volpi ad acquistare altrove la Ferrari 250 GT usata, numero di telaio #2819GT, necessaria al progetto.
Bizzarrini applicò al modello le sue idee concernenti le GTO e le sviluppò con Piero Drogo. Il risultato fu una vettura più bassa delle altre GTO, con una linea aerodinamica inusuale; la capote, infatti, era decisamente estesa verso la coda, seguendo le teorie di Wunibald Kamm. Per questo suo aspetto venne soprannominata Breadvan (“furgone del pane”). Questo tipo di parte posteriore è conosciuto come coda tronca.
Bizzarrini arretrò il motore dalla posizione anteriore ad una posizione maggiormente accentrata per aumentare la maneggevolezza e la reattività della vettura ed applicò un sistema di lubrificazione a carter secco per poterlo montare più vicino al suolo e abbassare il baricentro dell’automobile[1].
Il modello fu completato in 14 giorni. Almeno altre due Ferrari 250 GT passo corto furono sviluppate da Bizzarrini, Drogo, Neri e Bonacini per la tipologia GTO, ed avevano un aspetto simile alla “250 GT Drogo”. Il numero di targa era “MO 68939”
Nel 1962 il modello superò di 7 km/h la GTO su un rettilineo di Le Mans, ma la vettura si ritirò prima della fine della corsa. I piloti erano Davis ed Abate, e quest’ultimo la guidò sotto la pioggia.
Partecipò anche a competizioni come berlinetta, con alla guida Gendebien, Trintignant, Hill e Scarfiotti
La Ferrari 250 Gt Drogo rimase di proprietà della famiglia dei Conti Volpi di Misurata fino al 1965. Nel 2005 ad un’asta di Christie’s venne messa in vendita con una valutazione tra i 2,5 e i 5 milioni di dollari. Attualmente è di proprietà di Klaus Warner titolare della Classic Cars di Wuppertal (Germania).
(Fonte: Wikipedia)
ARCHIVIO SPORTS CARS
FOTO 1. La sede della Sport Cars, sistemata in un paio di capannoni anonimi in Via Jacopo Barozzi, due isolati a Ovest del Viale Vittorio Veneto di Modena, merita un’immagine che faccia comprendere il contrasto tra la grande povertà dei mezzi e la qualità dei lavori che si eseguivano. La fotografia fa parte di un servizio che Luigi Pincelli, fotografo modenese, fece alla Sport Cars nel maggio 1963, probabilmente per conto del giornalista Mario Morselli, redattore del settimanale Autosprint, sempre attento alle nuove realizzazioni di Piero Drogo. Si intravedono sulla destra due vecchie Ferrari che, come crisalidi, attendono di trasformarsi in leggere farfalle. Centro di Documentazione Ferrari.
FOTO 2. Il reparto di lastratura della Carrozzeria Sport Cars: sono in lavorazione la ex GTO # 3445 GT (FOTO 3. E 4.) e, sulla destra, una Sport-prototipo di cui Piero Drogo propose un rifacimento di carrozzeria: la 365 P # 0828. L’esiguità dell’attrezzatura d’officina è evidente: sulla sinistra una cesoia e una bordatrice, sulla destra solo un trapano a colonna e un banchetto ausiliario per lavori di saldatura. I semilavorati più preziosi sono impilati sul soppalco: gabbioni-dima in tondino d’acciaio e lamierati in attesa d’impiego. Fotografia di Luigi Pincelli Centro di Documentazione Ferrari.
FOTO 3. E 4.
Tipo 250 GT (GTO) – Berlinetta Carr. Sports Cars – Telaio n. 3445/GT – Anno: 1964 – Proprietario dopo ricostruzione: Ulf Norinder, Stockholm, S
Nella sua configurazione originale GTO la 3445 GT aveva avuto una lunga e onorevole carriera agonistica, dapprima nelle mani di Sergio Bettoja, che l’aveva acquistata da Luciano Conti, cedendola quindi alla Scuderia Serenissima. Con i colori della Serenissima era stata condotta in gara da piloti famosi come Nino Vaccarella, Carlo Mario Abate, Colin Davis e Giorgio Scarlatti. Dopo aver corso alla 12 Ore di Sebring, nell’Aprile 1963 fu acquistata da Ulf Norinder che la affidò ancora a Scarlatti per disputare la 47’ Targa Florio. Dopo averla pilotata personalmente nel resto della stagione 1963 e nel 1964, Norinder la affidò a Piero Drogo per un rifacimento della carrozzeria che doveva rispondere a canoni di finizione elegante in contrasto con l’assetto da gara. Le forme molto efficienti risentono della configurazione GTO d’origine riletta nella luce dello stile proprio della Sports Cars e di Mario Allegretti. Fotografie di Luigi Pincelli Centro di Documentazione Ferrari.
(Fonte: libro Making a Difference di Angelo Tito Anselmi e Marcel Massini)
FOTO 5. Si può discutere sino all’esaurimento se un’ASA sia o non sia una Ferrari, dato che da Maranello proveniva solamente il progetto e il prototipo del suo motore. La berlinetta per la versione 1000 GT, rimasta allo stato di esemplare unico, ci serve per mostrare il lavoro dei bravi lattonieri di Mario Allegretti, maestro carrozziere e socio di Piero Drogo.
Col titolo di “Prima istantanea dell’ASA 1000 GT”, questa fotografia appare ne “L’Auto Italiana” del 16 Maggio 1963 con una didascalia che ne attribuiva il progetto a Giotto Bizzarrini. La vettura finita appare in FOTO 6. Fotografia di Luigi Pincelli Centro di Documentazione Ferrari.
FOTO 6. Questa rara immagine che ritrae insieme Piero Drogo (a sinistra) con il creativo della Sports Cars, Mario Allegretti, viene dal servizio che Luigi Pincelli eseguì nel Maggio 1963, quando la berlinetta ASA 1000 GT era stata appena terminata. Il muso appiattito e la coda alta, orlata da un risvolto che accenna uno spoiler, si richiamano ai moduli stilistici usati da Mario Allegretti per le Ferrari. Archivio Anselmi.
(Fonte: libro Making a Difference di Angelo Tito Anselmi e Marcel Massini)
FOTO 7 E 8. Tipo 250 GT – Berlinetta Sports Cars – Telaio n. 0977 GT – Anno: 1968 – Proprietario: Garage de Montchoisy S.A., Geneva, Switzerland
Forse meno attraente di altri lavori della Sports Cars, questo totale rifacimento di un coupé Pininfarina contiene tuttavia qualche spunto interessante. La vettura non è destinata all’impiego agonistico, ma la linea è molto affinata , con il solito muso deportante che è come una firma di Allegretti e dei consulenti che lo affiancavano. Si nota sulle fiancate il riutilizzo degli elementi con feritoie “a persiana” usati dalla Pininfarina (e poi da Scaglietti) per lo scarico d’aria dal vano motore di alcuni esemplari dello sprinter 275 GTS e per la prima serie del coupé 30 GT 2+2 (serie a doppio faro). Si vede, nel vano porta oggetti, il vistoso logotipo della Carrozzeria Sports Cars. Fotografie Botti & Pincelli Archivio Marcel Massini.
(Fonte: libro Making a Difference di Angelo Tito Anselmi e Marcel Massini)
FOTO 9 E 10. Tipo 250 GT (SWB) – Coupé Carrozz. Sports Cars – Telaio n. 2053/GT – Anno: 1962 – Proprietario dopo ricostruzione: Jacques Swaters, Bruxelles, B
Ricostruita sulla meccanica di una 250 GT berlinetta SWB danneggiata da una collisione subita alla Mille Chilometri del Nurburgring 1962, questa è una delle più estreme realizzazioni di Drogo. La parte anteriore è identica a quella adottata per la notissima «Breadvan»: non bella, ma sicuramente efficiente nel suo intento di ottenere un effetto di deportanza alle alte velocità. Rispetto alla «Breadvan» a coda è più sfuggente e quindi più gradevole, anche se meno efficace per ridurre i vortici. La ricostruzione, eseguita per conto della Ecurie Francorchamps, era motivata dal fatto che il telaio della 2053 GT aveva un assetto speciale già prima che Neri & Bonacini eseguissero ulteriori modifiche. L’efficienza della vettura fu verificata in numerose gare minori, ma la malasorte la fece incorrere in nuove collisioni, cui seguì un’ulteriore riparazione, sino alla distruzione definitiva. Le fotografie notturne di Luigi Pincelli sono state riprese a lavoro appena finito, un attimo prima della spedizione. Centro di Documentazione Ferrari.
(Fonte: libro Making a Difference di Angelo Tito Anselmi e Marcel Massini)
FOTO 11 E 12. Tipo 250 GT – Berlinetta Carr. Sports Cars – Telaio n. 2735 GT – Anno: 1963 – Proprietario: Chris Kerrison, Colchester, Great Britain
Anche la bella berlinetta constrita dalla Sports Cars per Chris Kerrison era nata come Berlinetta Competizione SWB. Messa in campo dalla Scuderia di Rob Walker, era stata guidata da Graham Hill e, più a lungo, da Stirling Moss che l’aveva portata spesso alla vittoria. Dopo un breve periodo con il Laystall Team e Innes Ireland, fu acquistata da Chris Kerrison e da questi quasi subito danneggiata in un’uscita di strada sul percorso del Tourist Trophy 1962. Inviata alla Sports Cars, ricevette questa carrozzeria estrema, ma esteticamente molto piacevole, per il cui disegno alcuni richiamano l’ipotesi di una consulenza di Giotto Bizzarrini. Tra questi «Auto Italiana» e il giornale «Stadio», in significativa concordanza. Il muso è molto ribassato e si protende in un lungo sbalzo a bocca si squalo, i fari carenati con guaine di perspex aderenti con grande precisione al profilo voluto per evitare ogni asperità di superficie. Con un guscio di perspex sono carenate anche le trombette dei carburatori. Fotografie di Luigi Pincelli Centro di Documentazione Ferrari.
FOTO 13 E 14. L’allestimento interno della berlinetta per Chris Kerrison è limitato al minimo richiesto dalle norme sportive: paratia tra vano motore e abitacolo rozzamente squadrati, vani portiera nudi e nessun rivestimento superfluo. Gli strumenti principali sono obbligati in una posizione insolita, poiché manca l’altezza per un cruscotto normale. Il disegno della coda è quello che risulta da un buon compromesso tra la teoria di Kamm e il senso estetico del carrozziere. Secondo i dati di «Auto Italiana» del 24 Gennaio 1963, l’altezza totale sarebbe inferiore di 15 cm rispetto a quella della berlinetta SWB originaria. Fotografie di Luigi Pincelli Centro di Documentazione Ferrari.
(Fonte: libro Making a Difference di Angelo Tito Anselmi e Marcel Massini)
FOTO 15, 16, 17 E 18. Tipo 250 GT (SWB) – Berlinetta Carr. Sports Cars – Telaio n. 1965 GT – Anno: 1963 – Proprietario: sconosciuto del Garage Francorchamps, B
Concettualmente simile alla # 2735 GT, ma meno estrema (si veda, per esempio, il parabrezza meno inclinato), questa berlinetta fu costruita per un cliente dell’Ecurie Francorchamps sul telaio di una SWB semidistrutta in un incidente sul circuito di Spa. Il frontale è nitido e molto gradevole, risulta invece leziosa la trovatina del raddoppio delle griglie di scarico dell’aria sulle fiancate: la falsa simmetria stona e il disagio si accentua con l’infelice collocazione del marchio subito sotto l’orlo della griglia inferiore. Il servizio fotografico, eseguito per motivi di discrezione, nel cortile dell’officina della Sports Cars, è di Luigi Pincelli. Centro di Documentazione Ferrari.
(Fonte: libro Making a Difference di Angelo Tito Anselmi e Marcel Massini)
FOTO 19 E 20. Tipo 330-P – Spider corsa carr. Sports Cars – Telaio n. 0818 – Anno: 1965 – Proprietario dopo ricostruzione. Richard E. D., Protheroe, GB
Queste immagini sono un fuori tema per il volume, ma ci servono per presentare l’ambito dell’attività della Sports Cars, che non esitò ad affrontare con perizia e con un tocco personale il settore difficile della categoria Sport-Prototipi. Questa 330-P aveva iniziato la carriera come spider Fantuzzi «coda lunga» che, gestito dalla Maranello Concessionaires, era stato guidato da Graham hill e Jo Bonnier con ottimi risultati, tra cui due vittorie assolute al Tourist Trophy e alla 1000 Chilometri di Parigi, entrambe disputate nella stagione 1964. Dopo un inizio di stagione 1965 non molto felice, la vettura era stata ceduta a Richard (Dick) Elsmore Protheroe che la affidò a Piero Drogo per il rifacimento in uno stile che ricordava le P2 ufficiali. Sfortunatamente, tre mesi dopo averla ricevuta con la nuova carrozzeria, Dick Protheroe ebbe un incidente mortale nelle prove per il Tourist Trophy di Oulton Park (28 Aprile 1966) e la vettura finì demolita senza appello. Fotografie di Luigi Pincelli Centro di Documentazione Ferrari.
(Fonte: libro Making a Difference di Angelo Tito Anselmi e Marcel Massini)
SUPERCARS